Lo studio dell’università di Graz afferma attraverso uno studio che le ibride plug-in consumano più di quanto riferito.
Secondo uno studio le auto ibride plug-in sono più inquinanti rispetto a ciò che viene indicato dalle fonti ufficiali. Questo è ciò che afferma l’Università Tecnica di Graz che ha effettuato uno studio in merito alla richiesta della Transport&Environment.
I dati ottenuti sembrerebbero smentire ciò che è stato detto fin ora da marchi come Bmw, Peugeot e Renault. Elena Lake parlando per la T&E Italia ha dichiarato, come riferito da repubblica.it: “tempo di trattare le auto ibride in base alle loro emissioni effettive, abolendone gli incentivi all’acquisto. Molto meglio sostenere i mezzi elettrici”.
Le parole di Elena Lake
Non è la prima volta che la T&E si schiera contro le auto ibride, infatti, sembrerebbe che in un recente test su strada in una BMW Serie 3, una Peugeot 308 e anche una Renault Megane. Che hanno emesso una percentuale di CO2 superiore a quello dichiaro dalle aziende produttrici.
L’associazione Transport&Environment spiega, inoltre, che come riferito da repubblica.it: “Nel percorso casa-lavoro. La Bmw ha emesso tre volte il suo valore dichiarato, mentre le ibride plug-in Peugeot 308 e Renault Megane. Hanno rilasciato rispettivamente il 20% e il 70% in più di CO2, nonostante la relativa brevità del viaggio (55 km) e malgrado le batterie fossero completamente cariche”.
Elena Lake ricorda in delle recenti dichiarazioni che sempre come riportato da repubblica.it: “Nel 2022 lo Stato italiano ha stanziato 770 milioni di euro per sostenere l’acquisto di veicoli ibridi plug-in fino al 2024. Nonostante questa tecnologia abbia dimostrato di non essere realmente sostenibile“.
L’intento della Transport&Environment è sottolineare, infine, che bisognerebbe come sottolinea Elena Lake che conclude: “Incentivare l’acquisto dei modelli elettrici, gli unici realmente a zero emissioni“.